giovedì 23 marzo 2017

Saona: la perla di Santo Domingo



Mercoledì 22 febbraio 2017

Saona è la più grande isola del Paese, è un grande polmone verde, una riserva ecologica del Parco Nazionale dell'Est.


Ritrovo allee 8.00 davanti all'ufficio Mariposa. Siamo in tanti. Una piccola passeggiata in fila, come a scuola, e saliamo su tanti van per il porto di Bayahibe.


Due lance ci attendono. Ci imbarchiamo e carichiamo diversi contenitori. Sono con noi Gabriele "il toscano", il fotografo "Maurizio Corona" oltre a ragazzi "dell'equipaggio".
Partiamo a tutta velocità.


Dal mare si vedono, dapprima, i resort sulla costa, poi, la vegetazione del parco Pazionale dell'Est. Facciamo sosta alle Cuevas de Tainos dove la guida ci spiega un po' la zona e le usanze della popolazione Taino.


Il mare si colora di mille sfumature. Siamo i primi ad arrivare alle "Piscine naturali" Uno spettacolo!
L'acqua è bassa e tutti scendiamo a fare il bagno. Dovrebbe essere zona di grandi stelle marine, ma non ci sono. Troppo rumore. Il silenzio è interrotto dalla musica e dai motori delle barche!




Una sosta veloce bevendo anche un cuba libre.
Cominciano ad arrivare altre barche... Costeggiamo l'isola orlata da moltissime palme.


Ci dirigiamo velocissimi  al paese dove scarichiamo i contenitori per il pranzo.


Proseguiamo per il Canto della Playa.


Una distesa di sabbia bianchissima, palme e... una casa privata!






La barriera corallina sembra lì, ma non la raggiungo.  Mi accontento di vedere il fondale con coralli bianchi e formazioni ramificate a ventaglio viola e rosa. Parecchi pesci di vari colori e dimensioni.




Alle 12.30, dopo un'aperitivo, si parte per il paese dei pescatori "Mano Juan".
Mariposa ha una postazione fissa con tavoloni blu sotto le palme e una casetta di legno ad uso cucina e "laboratorio del fotografo".
Pranziamo con riso, pollo e aragoste e frutta locale. Tutto molto buono.


Dopo pranzo facciamo un giro per il paese accompagnati da Gabriele.



Qui vivono 350 persone. Non hanno la luce. Solo qualche pannello solare o generatore.
Tutto arriva con una barca che vediamo ormeggiata al porticciolo. Stanno scaricando delle casse.


Qualche baracca vende souvenir. Ci sono simpatiche donne. Compriamo due camicine hawaiane per i nipotini. Non contrattiamo sul prezzo e paghiamo $ 20.


C'è un minuscolo asilo nido. Sul ballatoio una bimba e una signora. Regaliamo a loro le saponette che avevo portato. Sono felicissime. La bimba annusa estasiata il profumo di lavanda.
Percorriamo una stradina fra case di legno molto "sgarruppate" e rifiuti ovunque.




Un asinello legato ad un palo in mezzo ad un acquitrino.
Arriviamo ad una capanna dove fanno schiudere le uova di tartaruga per salvarle dai bracconieri.


Qui vendono ottimo miele dei fiori locali e olio di cocco. Tutti acquistiamo per sostenere l'economia locale!
Proseguiamo il giro passando tra la vegetazione locale.




Alcuni turisti alloggiano nelle casette di legno colorate dei pescatori.


Riprendiamo le barche e, dopo una decina di minuti di navigazione, giungiamo al Canale di Catuano.


Qui l'Atlantico si immette nel Mar dei Caraibi. E' un labirinto di mangrovie e facciamo un giro per vederle da vicino.





Proseguiamo per un'altra sosta alle Piscine Naturali. Una moltitudine di barche affolla la zona. Il cielo si è fatto più nuvoloso.


Abbiamo mangiato da poco e non c'è una gran spinta per fare il bagno. Noi non scendiamo. La maggioranza delle persone scende rimanendo in piedi a bere cuba libre. La musica a tutto volume a ritmo di salsa e merengue.
Si fa ritorno pensando che questo paradiso ci rimarrà nel cuore!


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